Ascesa e caduta di Trucebaldazzi
Quella di Trucebaldazzi è una storia di successo. Ma una storia di successo paradossale, perché la realizzazione umana di Truce coinciderà, temo, con la scomparsa della sua fanbase e forse la fine della sua carriera musicale. Mestolate approfitta di questo articolo per ribadire che il mondo è una merda.
Qualche settimana fa è uscito Nemici, nuovo video del rapper di Pianoro diretto da Matteo Swaitz. Swaitz è soprattutto un regista porno, stretto collaboratore del Truceklan: suo è l’ormai classico gangsta-porn italiano Mucchio Selvaggio. A confermare l’asse Trucebaldazzi-Truceklan-Swaitz ci pensa la comparsata di Metal Carter, mito personale di Baldazzi: per il giovane mc è l’ennesima tappa di un sogno che si avvera. Onestamente non so quanto questa gente stia aiutando Matteo e quanto lo stia cavalcando per consolidare il proprio impero trash/borgataro; mi sembra comunque che il Truceklan stia facendo per il suo fan emiliano quello che le istituzioni si sono allegramente rifiutate di dargli.
Nemici è ripulito rispetto agli incredibili esordi di Baldazzi: il beat azzeccato, gli sforzi metrici di Truce, la sua colossale perdita di peso (a quanto pare una settantina di chili, grazie a un’operazione), le pretese artistiche del video ci restituiscono una prova sempre delirante e priva di talento, ma lontana mille miglia dal freakshow internettiano del quale Trucebaldazzi è stato incoronato re. Ne è una prova l’arrancare degli opinionisti di Youtube nei commenti: qualche tentativo deboluccio di trovare il LOL nel video, rapper che rosicano per il successo del ragazzo (sic!), e quelli che hanno capito la fine del gioco e si inacidiscono: “Un pagliaccio che non fa più ridere non è più un pagliaccio…. DOVE CAZZO SONO LE ESPLOSIONI?!!?”. Il migliore chiosa: “ecco cosa succede quando i kebabbari perdono il lavoro”. Nel complesso mi ricordano il pubblico che, bava alla bocca, sbatte pentolame alla Corrida. E mi raccapriccia pensare al fatto che io non sono poi diverso da loro, e qualche risata su Vendetta Vera me la sono fatta.
Ecco: il pubblico del LOL ha avuto il benservito. Presto ronzerà su altra merda. Mi preme, però, parlare dell’altro pubblico, quello che considera Trucebaldazzi un Daniel Johnston estremizzato, un tizio con talmente tanta verità da sputar fuori che la mancanza di qualsivoglia piacevolezza musicale è non tanto secondaria nella sua proposta, quanto piuttosto un rafforzamento della sua carica negativa. La personificazione di ciò che sarebbe scoppiato a Londra intorno al 1976, con la differenza che il punk è sempre stato ambiguo tra la sua programmatica distruzione della “qualità” e il cocktail tra solido artigianato rock’n’roll e tentazioni arty che in fondo ne ha consacrato la mitologia. Baldazzi, invece, sarebbe emozione non filtrata, o filtrata così male da creare attraverso i suoi strafalcioni un nuovo genere musicale.
Questo per prendere sul serio tale posizione. Nei fatti si tratta di pareri eterogenei, e il confine col LOL di cui sopra, il narcisismo hipster e la confusione pura non è sempre chiaro. Prendiamo a esempio il forum di Ondarock, dove il thread su Trucebaldazzi ha superato le 100 pagine: vi coesistono persone che hanno addirittura prodotto brani di Matteo, sinceri ammiratori, lotte fra schieramenti del forum e una campagna per issare Truce nella classifica 2011, soprattutto per polemica contro lo snobismo del sito. Anche gli articoli di Enrico Piazza su Rockit confinano col faceto, accostando Truce all’intero fenomeno trash rap (comprese le sue frange più demenziali, tipo Mc Cavallo). Tanto per cambiare, una trattazione attenta e giusta viene da Bastonate: il blog ha alternatocritiche alla ridicolizzazione del rapper a disamine profonde, che ne vedono il segno tangibile di una musica radicalmente nuova. Tuttavia, anche una simile posizione, per quanto profonda, incontra a mio avviso l’impasse.
In primo luogo, banalmente, Trucebaldazzi non vuole quello che i suoi estimatori vogliono. La sua idea di riuscita lo sta portando irrimediabilmente lontano dallo scrauso ostinato che lo rendeva unico. Piaccia o no, ha anche dimostrato di accorgersi che qualcosa non andava nel suo stile e nel suo successo: lui vuole essere un rapper normale, e soprattutto un aiuto-cuoco. Infastidirsi sarebbe meschino – e per fortuna gli ammiratori di cui parlo sembrano aver capito il lato umano della cosa. Ci sarebbe, inoltre, da capire in che modo chi ama Truce lo ama. Io non riesco a immaginarmi qualcuna di queste persone spararsi nelle orecchie La mia ex ragazza senza alcuna mediazione, sentirla a livello identitario, empatizzare (insomma, avere quelle reazioni che rendono la musica pop parte della vita, individuale e sociale). Kekko di Bastonate ha tracciato un parallelo con altre forme radicali di musica proveniente dal web 2.0, dalla ripetizione insensata di Epic Sax Guy 10 Hours alle vuvuzelas negli stadi sudafricani – esperienze che nascono dal basso del cazzeggio, dell’inconsapevolezza e dell’inettitudine, trasformandosi in rivoluzioni nel nostro percepire, la musica e non solo. Ma c’è un problema. Lo rende esplicito lo stesso kekko, quando scrive:
Il fatto che oggigiorno un orecchio tutto sommato esperto riesca ad entrare in maggior sintonia con un pezzo di Justin Bieber rallentato dell’800% o una partita dei mondiali con l’audio devastato dal baccano delle vuvuzela piuttosto che con un’installazione di quattrocento chitarre a Montmartre diretta da Rhys Chatham o un concerto dei Sunn (o))) (ancora il bisogno di un nome di richiamo, dio cristo) è ancora impietosamente bollata dagli stessi ascoltatori come guilty pleasure o giretto nei bassifondi. Non è così, naturalmente.
Si tratta di una contraddizione vecchissima, la stessa che spingeva gli artisti di inizio novecento a decontestualizzare stampe giapponesi e maschere africane. Un orecchio tutto sommato esperto va già in una direzione opposta rispetto a ciò che Trucebaldazzi è. E il collegamento va a “Songs in the key of Z”, a Rhys Chatham, ai Sunn o))), non alla cultura popolare che costituisce l’alveo di simili fenomeni. Una costatazione veramente triste: le forme più forti e meno addomesticabili di cultura popolare nata dal web non fanno il lavoro che ci si aspetta dalla cultura popolare stessa. Al massimo, nutrono il cazzeggio su internet – così, almeno, sono viste dalla maggior parte di coloro che dovrebbero esserne aggregati in una comunità. O meglio: spesso non ci accorgiamo di come il succo di tutta questa benedetta cultura popolare, della comunità, dell’espressione dal basso eccetera potrebbe essere anche solo quello: il LOL.
Comunque sia, questo non è un problema per Truce, che dal gioco si sta sempre più chiamando fuori – quale che sia il gioco, un freakshow virtuale o un’avanguardia radicale. Lascio a lui le ultime sgrammaticate parole, che da sole dovrebbero mettere a tacere tutto l’infantilismo di ritorno su internet e nella scena hip hop:
Adesso sono realizzando un lavoro di un disco per abbassare il successo per essere non diverso come è successo con certi video come VENDETTA VERA e LA MIA EX RAGAZZA sono state delle tracce da fenomeno da baraccone “fenomeno del web” ma essere uguale ad altri come tipo certi artisti che non considerate come i BOLOWOOD E MALESTREMO,TRUCEKLAN voi non lo considerate perchè non sono nessuno, io sono piaciuto perchè ero diverso, non andavo ne a rime e non andavo abbastanza a tempo, ero grasso che facevo schifo.
Adesso le cose cambieranno, siccome che ho imparato certe cose della musica rap, presto sarò uguale come tutti i rapper sconosciuti underground rap, vaffanculo essere famosi e il commercio e radio programmi televisivi come emis killa ecc. ecc.
la gente si esalta troppo per via che sia così internazionale, ne cielo ne in terra io vorrei diventare famoso, DUKE MONTANA ha pisciato sulla major eh poi ha pensato, è diventato famoso eh finito su programmi in televisivi, io non voglio finire in televisione e ne i radio “essere venduto” io alla major ci cagherei sopra eh vaffanculo, in sti giorni sono molto arrabbiato per via che mi chiamino certe persone “rompi coglioni” che mi fanno fare delle feste trash con chi? con certe persone che sono famose o fenomeni del web.
Filed under: Quelli che ce l'hanno fatta | 13 Comments
Tag:alcuni ce la fanno ma poi il mondo sposta l'asticella del successo e la trasforma in fallimento, cavalla cavalla aldo vignocchi, lol, lollismo, matteo swaitz, mc cavallo, metal carter, pagliaccio ma non di ghiaccio, ti shhpporro negli occhi, truce baldanza, trucebaldazzi, truceklan
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Sono le profonde disquisizioni filosofiche come queste in merito a temi come questi che mi fanno domandare cosa ci faccio ovunque sono invece che a casa Bruttini. Sicneramente.
Casa Bruttini è uno state of mind! Auguri
Lo so, eccome, avendone fatto parte! Auguri a voi e a Psyco!
mortacci tua,ma che te sei magnato tutta la treccani ?Nun c’ho capito ‘n cazzo.
Purtroppo la metà pensante di questo blog riesce a esprimersi solo attraverso astruse formulazioni teoriche, però se ci stai attento qualcosa ogni tanto si capisce. L’altra metà invece scrive cazzate.
sei molto bravo a scrivere…ma secondo me ti dilunghi troppo! 😉 bravo comunque una analisi completa e competente!
Grazie! E ovviamente hai ragionissima sul fatto che mi dilungo, purtroppo…
Credo che il buon Truce abbia deciso di cancellare le sue tracce dal web e sparire dalla circolazione. O almeno così dicono. Una sorta di suicidio mediatico o forse solo un tentativo di vera rinascita, che parte dall’annullamento di ciò che si è stati e in cui non ci si riconosce più. Indagate!
Non si capisce bene. Questo è il suo canale di comunicazione ufficiale: https://www.facebook.com/Trucebaldazziufficiale?fref=ts (tra l’altro ha un ventesimo del seguito delle pagine fake)
Spesso ha scritto di aver mollato, ma ogni tanto viene fuori una nuova canzone o una rielaborazione. Credo che, comunque, coi live abbia mollato, e anche le ultime canzoni suonano un po’ come epitaffi.
La sua scomparsa “mediatica” (mi si passi il termine altisonante) coincide, guardacaso, con la raggiungibilità di una forma psicofisica leggermente tendente alla fiducia in sé. Ottenuto il tanto atteso dimagrimento, ed una fanbase (comprendendo naturalmente gli haters, che gettando stabbio lo glorificano comunque in termini di visite) che ha iniziato ad interessarsi ai suoi problemi, lo scopo catartico è stato raggiunto, con tutto ciò che ne consegue. Rimango del parere che, oltre che per suscitare i “laughing out loud”, ci si butti nell’arte (valendo quanto un due di coppe) principalmente per dire “io ci sono”, e farsi ricordare (nel bene o nel male). Lasciato un segno, ci si può tornare a nascondere tranquillamente.