“Possiamo godere liberi e tranquilli dell’audio del mio frullatore”: Nerorgasmo & nichilismo

13Gen13

Alla sottomissione dell’impero / La folla gridava di gioia, riempiva le piazze / Il video parlava  che l’ordine nuovo sarebbe durato almeno un millennio / La fame, la guerra, il disordine urbano si dovevano dimenticare / Possiamo godere liberi e tranquilli dell’audio del mio frullatore / L’impero marciava e la sua bandiera si ergeva possente, svettava trionfante / Il video appurava che la verità fosse una soltanto per tutta la gente / La vita scorreva serena nei suoi ingranaggi senza opposizioni / E la vera fede riempiva le tasche di chi lavorava di più / L’impero era fatto e la razza umana si cristallizzava emulando il suo dio / Il video diceva che l’ultima notte era già terminata / La vittoria è raggiunta / Non rallegratevi di essere vivi / Non pensate di essere forti / Perché per la fine di quella battaglia i migliori saranno già morti

da “Alla fine dell’impero”

Sono gli anni ’80, e la violenza che una decina di anni prima riempiva le piazze si è spostata nelle acconciature e nel modo di vestire dei giovani, che iniziano un potlatch a colpi di lacca, spalline e capelli cotonati. Un Bret Michaels agghindato come una puttana canta la filosofia giovanile di quegli anni: “ain’t looking for nothing, but a good time”, mentre una moltitudine di ragazzi naufraga nell’eroina, come uno dei protagonisti di questo articolo.

Per il tempo siamo nel 1983, per lo spazio a Torino. Luca “Abort” Bortolusso, Simone Cinotto ed Enrico Falulera sono tre dei cinque membri dei Blue Vomit, un gruppo punk che si è appena sciolto. Nascono da loro i Nerorgasmo, che si affermano presto come una delle band più influenti (anche all’estero) del genere crust-hardcore-punk. Nel febbraio del 1985 esce il loro primo disco autoprodotto contenente 4 canzoni, con Luca alla voce, Simone sia al basso che alla chitarra ed Enrico alla batteria. Qualche mese dopo il posto dietro le pelli diventa vacante, ma dopo un periodo di instabilità i ragazzi trovano una formazione definitiva: riescono a reclutare Andrea “Gonorrea” Pixipan al basso e Claudio Viet-Kong a coprire il vuoto lasciato da Enrico. A quel punto registrano altre canzoni per incidere il secondo lavoro omonimo, che contiene brani come Nerorgasmo, Banchetto di lusso, Passione Nera, Nato morto, Alla fine dell’impero, Una serata indimenticabile e Creatori falliti.

Tutti i pezzi sono caratterizzati da tematiche fortemente nichiliste e di rifiuto dei valori tradizionali (“non voglio più ascoltare progetti sul mio conto/distruggerò alla base la vostra moralità/affronterò gli spettri più cosciente della fine/esalterò me stesso con la morte più sublime” – Passione Nera;per non farmi convincere/per non farmi soffrire/dovrò accettare di vivere servo/dovrò moltiplicare la mia stirpe dannata/abortiscimi cagna abortiscimi ora” – Nato Morto); la musica ha un alone oscuro dato in parte da alcuni effetti quali il messaggio registrato al contrario che si sente come incipit alla canzone Nerorgasmo (se ascoltato nella “giusta direzione” si sente “io non sono nessuno, Nerorgasmo!”); la voce di Luca è graffiante e gelida, e grazie all’arrangiamento essenziale, diretto e cattivo i nostri riescono a trasmettere all’ascoltatore quella rabbia di cui vogliono farsi portatori.

Il risultato piace a molte persone, tra cui un produttore discografico che li contatta per firmare un contratto. Luca e Simone decidono però di rifiutare per non perdere il controllo del gruppo e per poter suonare alle proprie condizioni: questo porterà a nuovi litigi che sfoceranno nell’abbandono di Claudio e Andrea, sostituiti in seguito da Marina (basso) e Alessandro Minetto (batteria).

L’anno successivo, nel 1986, dopo un concerto a Genova Luca viene picchiato e accoltellato alla gola da un gruppo di skinheads neonazisti, ma riesce a cavarsela con dieci punti. A questo punto le tensioni interne iniziano a crescere, e dopo un ennesimo cambio di line-up i concerti diventano sempre meno, fino ad arrivare all’ultimo, tenutosi nell’aprile del 1987. Luca e Simone danno vita ad un progetto parallelo, gli Ifix Tcen Tcen, ma nel 1993 i Nerorgasmo si riuniscono con Marco “Schizzo” Klemenz al basso e Francesco “Picchio” Dilecce alla batteria, e dopo alcuni live registrano l’LP, ancora una volta omonimo, ma che ora contiene 18 tracce. Sei degli otto brani dell’EP vengono ri-registrati, i due esclusi sono Alla Fine dell’Impero e Una Serata Indimenticabile, e ad essi si aggiungono: Io Sono la tua Fine, Freccia, Giorno, Tutto Uguale, Mai Capirai (che in realtà è la cover di Vivo in una Città Morta dei Blue Vomit), Spirale, Questo è Quello che tu Vuoi, Ansia, Nello Specchio, Fuochi Opposti, Io mi Amo e Perdendo Un Amico. Questa volta la qualità della registrazione è migliore, la voce meno “grossa” ma ugualmente incisiva, in grado di mantenere sempre quel tono graffiante, arrabbiato e in alcune parti anche sofferente che la rende unica ed efficace.

Quello stesso anno, durante il loro concerto più famoso ad El Paso Occupato, Luca, vestito provocatoriamente da nazista dice:

«Volevo ricordare alla gente che si scandalizza ancora per queste cose che la nostra società ha assorbito tutto quello che c’era da assorbire dal nazismo, tanto è vero che i viaggi in Wolkswagen, le vacanze e la vita come la facciamo noi adesso è quella che era stata programmata allora. I nostri lager sono il terzo mondo, lontano dagli occhi, lontano dal cuore; quindi la gente che si scandalizza di fronte ad una croce uncinata messa al collo per provocazione dovrebbe fare un pochino più attenzione a quello che gli gira intorno e alla vita che fa, perché se vogliamo guardare la nostra società è tutta nazista»

Luca “Abort” ama anche disegnare, e tra i suoi lavori il più famoso è il graffito sul Fenix, una casa occupata di Torino (verrà sgomberata nel 2006 e il graffito sarà cancellato), in cui è rappresentato un U-Boat che lancia i suoi siluri contro delle corazzate. Sono i siluri della cultura underground che si abbattono contro il grigiore della nostra società.

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I Nerorgasmo hanno fatto del nichilismo la propria bandiera, una bandiera che però non è un fine, ma un mezzo. Ce l’hanno sventolata in faccia per sputarci addosso la loro verità che ci racconta con rabbia come i mille sentieri che si diramano di fronte all’individuo, da quando si tratta di scegliere le scuole superiori al “che lavoro vuoi fare?”, hanno lo scopo di condurre allo stesso luogo di cristallizzazione, livellamento e limitazione.

La genialità dei Nerorgasmo sta nel loro rifiuto totale, hanno il merito di “aver guardato negli occhi della tigre” e averci raccontato senza troppi fronzoli quello che hanno visto. Riassumendo: non per tutti può essere come hanno detto loro, ma allo stesso modo non per tutti può essere come hanno già stabilito altri.

Dopo la morte di Luca, avvenuta nel settembre del 2000 per overdose da eroina, il gruppo pubblica il Live @ El Paso per poi sciogliersi definitivamente. Almeno fino all’anno scorso: nel febbraio del 2012, infatti, i ragazzi arruolano Gigio (cantante degli Arturo, altra importante band del panorama hardcore torinese), Franz Goria dei Fluxus, Ricu degli Inquietudine e Sdro per un altro concerto a El Paso. Un revival che non passerà certo alla storia per essere l’unico.

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Un revival che non passerà certo alla storia per essere l’unico. Anche i Blue Vomit si sono riuniti da poco, hanno un nuovo cantante. Ma perché tornare a cavalcare l’onda dopo tanto tempo? È la voglia di sentirsi ancora giovani? È la ricerca della sensazione che la consapevolezza di esser parte di qualcosa ti può dare, parte di una famiglia che hai contribuito a creare e che sei contento (e magari un po’ sorpreso) di vedere che non è ancora morta? Perché, dopotutto, per quanto la prestazione live poi possa risultare eccellente oppure caricaturale, questi concerti attirano tante persone all’interno dell’ambiente e alle volte richiamano anche molte critiche, insomma fanno discutere. È il segno che qualcosa è rimasto, è un’autocelebrazione, sia del gruppo che del pubblico, un “ritorno alla natura” che serve a far rivivere i bei tempi andati a chi li ha vissuti e ad aiutare le nuove leve a buttare un occhio nell’Iperuranio della musica estrema, quello da cui tutto ha avuto inizio.

Si ringrazia Marco “Jewbelow” Giubilo per la stesura di questo articolo 



3 Responses to ““Possiamo godere liberi e tranquilli dell’audio del mio frullatore”: Nerorgasmo & nichilismo”

  1. 1 Enrico Falulera

    La miglior canzone dei Nerorgasmo e forse la miglior band Punk di tutti i tempi !!!

  2. io su fine dell’impero sento :
    “possiamo godere dell’auto e del dio frullatore”
    ( che mi sembra avere più senso )

  3. Be’ certo, adesso che e’ morto tutti a ricordare Luca. Ma quando era vivo i grandi amici fratelli col cazzo che hanno fatto qualcosa per lui. Si sono creati lavoro e famiglia e l’hanno lasciato morire nella droga, la stessa che loro stessi gli avevano offerto e pippato anni prima. E adesso da Cinotto a Falulera ecc… sono tuuutti graaandi amici fratelli.


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